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C’è molto garbo, molta dolcezza in queste pagine – sia nel flusso della narrazione, sia nello stile poetico – pur se tutti i sentimenti raccontati appaiano “sottovoce”, sospesi tra i ricordi e le nebbie di possibili, speculari scenari. Forse, è soltanto un po’ “confusa” e chiusa in se stessa, la storia. Alcuni tratti narrativi, particolarmente onirici, ne deviano lievemente la lettura verso la possibilità di smarrire la traccia. Non saprei dire quanto sia voluto, quest’aspetto oscillante, ma in certe pagine, a volte, risulta faticoso riallacciare i fili del contesto.
Una vita condivisa s’intreccia con la fantasia di un’altra esistenza in sospeso; anch’essa carica di sogni e “altri” significati, prima che l’inconfutabile realtà mostri, finalmente, quella via interrotta – molti anni prima – riemergere con il volto concreto della sua ultima verità.
© Aprile 2014 – Roberto Anzaldi