Biografia

personal2Mi chiamo Roberto Anzaldi, sono nato a Milano nel 1958 sotto il segno della bilancia. Da autore ho pubblicato nell’aprile 2006 con la casa editrice Liberodiscrivere, il racconto per bambini “Cornelio”. All’interno del secondo volume (A mezz’aria) della trilogia intitolata: “Fantagraphia”, presentata per la prima volta al Salone internazionale del libro di Torino nello stesso anno.
Nel 2008 ho collaborato con un mio racconto (Un punto rosso) alla silloge: “La mano che scrive vale la mano per arare”. Un progetto letterario privato – nato in rete tra utenti di un sito di scrittura creativa – con la finalità di raccogliere fondi destinati alla associazione Parada.
Nel maggio 2010 ho pubblicato con la casa editrice Albatros Il filo (per onestà intellettuale con un piccolo contributo da parte mia, quantificabile con l’acquisto di copie del libro) un’antologia di pensieri e racconti dal titolo: “Prego, non cestinare, c’è dentro la mia vita”. Un progetto iniziale terminato con la vendita di tutte le copie (circa 200) disponibili, con successiva mia rescissione dal contratto di edizione; pur avendo maturato il diritto alla ristampa di pari copie a spese esclusive dell’editore. Ora, l’elaborato è in attesa di nuova pubblicazione con self publishing, e-book o altro editore.
Un romanzo finito e in attesa di pubblicazione, molti racconti, come la stesura di un nuovo romanzo, sono attualmente mia linfa vitale e in costante cammino.
Come dico sempre per farmi coraggio: ”Cammino la vita con impegno e continuo incanto, in attesa di poter realizzare nuovi progetti legati alla scrittura, così come il vedere davvero concretizzato il suo straordinario sogno…”

 

 

… Altro di me

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Erano gli anni della prima coppa dei campioni alzata da Cesare Maldini, dei primi “Cantagiro”, delle Fiat 750 Abarth, delle sigarette vendute cinque alla volta dentro bustine di carta con la pubblicità delle lamette Bolzano. Quella Milano in cui, nei quartieri periferici, passava ancora il carretto a pedali a tre ruote con il contenitore di acciaio del latte che si poteva acquistare a misura. Gli stessi anni in cui il “Carosello”, per i bambini, era l’ultima concessione alla giornata prima del sonno stabilito. C’era anche un Papa “buono” che ricordava ai genitori, tornati alle loro abitazioni dopo la messa, di dare una carezza ai propri figli. “Questa è la carezza del Papa”, diceva.

Mia Madre era veneta, una donna meravigliosa con l’imprinting della mondina, mai più ripudiato nella sua vita. Mio Padre era siciliano, invece, taciturno, introverso e orgoglioso, ma dalla bontà innata. Dai suoi occhi malinconici traspariva sempre un dolore per quel cuore malandato che lo separò troppo presto dalla sua vita; così dalla mia. Una dolcissima sorella maggiore, che ho molto amato, scomparsa di recente (nel giugno del 2012) a causa di una di tante lacerazioni della nostra “civiltà”. Un sarcoma spietato, ingiusto e devastante ha deciso il termine del suo tempo terreno. Sono anche un padre consapevole, ma non spetta a me il giudizio su quell’operato. Queste sono le mie forti radici, il retaggio del loro sudore. Terre lontane, saldate per sempre tra loro nella “corte” dell’esistenza, ancora capaci di muovere gli intenti e le mie ragioni di vita.

© ottobre 2014 – Roberto Anzaldi