Prego, non cestinare, c’è dentro la mia vita (2010)

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Un padre scomparso troppo presto, una madre dolce e orgogliosa, un’infanzia vissuta tra le difficoltà economiche e la gioia di vivere, un presente a volte doloroso, un desiderio di felicità e la voglia di comunicare il proprio mondo interiore. “Prego, non cestinare, c’è dentro la mia vita” è tutto questo: un fiume in piena di pensieri, ricordi, descrizioni di situazioni e sentimenti, vissuti in parte nella sua città, Milano. Un flusso di coscienza in cui l’autore esprime la parte più intima di se stesso analizzando la propria vita, il proprio passato e il proprio presente, trasferendo su un foglio di carta tutte le sensazioni che affiorano alla sua mente; una confessione personale che mette a nudo tutta la sensibilità di un essere umano, con la speranza di fondo che il lettore possa arrivare a immedesimarsi nelle sue parole, giungendo a sovrapporre le proprie esperienze e le proprie sensazioni con quelle così intimamente descritte.


I vostri commenti

Media Voto: 5 / 5


Claudine Giovannoni  (04-01-2011)
Una raccolta di storie, pensieri, aneddoti… di vita vissuta e di dolori esorcizzati. Il libro di Roberto lo si legge d’un fiato, poi si ritorna a ripassare certi passaggi così belli da quasi doverli leggere ad alta voce. Alcuni passaggi avevo già avuto modo di apprezzarli qualche anno fa’ su di una “piattaforma” letteraria dove mi era capitato di scrivere. Lo stile molto poetico e carico di pathos è percepibile in ogni testo di Roberto; l’autore coinvolge il lettore sensibile al punto d’infliggere un profondo dolore o un’immensa gioia. Non si tratta unicamente di una “biografia giovanile” colta e ricca di particolari del quotidiano, ma emerge pure una sorta di reale confronto nel contesto storico come pure nel frangente socio-economico di quell’epoca. Un paio di storie le ho lette anche ai miei due figli, riuscendo a catturare la loro attenzione e curiosità. Un libro stupendo ma non di semplice assimilazione, più adatto a persone che ricercano qualcosa di raffinato e profondo, uno scritto che inevitabilmente porta a riflettere.

Voto: 5 / 5


JOE (10-02-2011)
“Prego, non cestinare, c’è dentro la mia vita”, è un titolo che sta a pennello, una piccola e delicata miniatura di quello che è il nocciolo di questa raccolta. Racconti e riflessioni che partono da una vita vissuta, mai con superficialità, ma con un rispetto profondo per la coerenza di pensiero, per la consapevolezza dei propri sentimenti, per l’amore sviscerato dedicato a ogni dettaglio dell’esistenza. Un omaggio, insomma, al proprio passato, che lascia sorpresi per il linguaggio particolare, una scelta accurata delle parole fino alla maniacalità, impegnativo per la sua ricercatezza, eppure encomiabile in questo tempo fatto di parole spicce. La grande Virginia Woolf scriveva: “Solo l’autobiografia è letteratura, i romanzi sono la scorza, e alla fine si arriva al nocciolo: o io o tu.” L’autore parte quindi a scorza divelta? vale la pena proprio di non cestinare!

Voto: 5 / 5


Mariangela (11-04-2012)
Pensieri e racconti che riportano ad un tempo passato e che obbligano a riflettere. Impossibile non immedesimarsi con l’autore quando racconta l’infanzia vissuta in quartiere. Come sottofondo la perdita prematura del padre e le fatiche della madre che deve crescere due figli. Un libro a tratti triste dove l’autore si racconta con coraggio e senza vergogna. Lo stile di scrittura ricercato richiede concentrazione, ma sicuramente vale la pena di un piccolo sforzo.

Voto: 5 / 5


Stefania (16-07-2012)
Del libro mi ha catturato, d’acchito, la copertina: il ricordo immediato di un quaderno di scuola d’altri tempi. Poi lo sguardo al titolo, che mi esorta a leggere immediatamente quelle pagine, quasi uno sprono, più che un invito. La prima parte, “Pensieri”, è senz’altro impegnativa. Il linguaggio è raffinato, non semplice, a tratti ermetico. Rivela l’amore dell’autore per le parole, quasi un garbato gioco con esse, fino a trovare l’espressione migliore. Un’arte, la sua, frutto di un’attitudine ed una passione naturali per lo scrivere, un esercizio di stile. La sezione “Racconti”, con i ricordi che riaffiorano da un passato remoto ed uno più prossimo, è ricca di sentimento. Rimango piacevolmente stupita dalla nitidezza del suo ricordare accadimenti trascorsi. Un libro che fa sorridere ed anche commuovere, dal quale emerge l’animo sensibile, profondo e riflessivo dell’autore. Terminata la lettura, mi è parso di conoscere meglio Roberto, incontrato per poche settimane in un luogo in cui “accompagnava” Daniela, la sorella, alla quale ha dedicato un toccante capitolo. È un libro che è poesia, delicato, gentile, carico di sentimento. Sicuramente meritevole di altre letture!

Voto: 5 / 5


Anna (19-02-2014)
In questo libro c’è essenzialmente la ricerca della maturità, vale a dire la capacità di commozione per la “grandezza dell’esserci”, di stupore, di ammirazione, di giudizio: quella capacità che è scopo primario della vita. Non ci sono le “interruzioni del cuore” di Proust o le “epifanie” di Joyce, ossia sprofondamenti psichici o artistici che si sono normalizzate nel tempo diventando comune e di massa, allontanando l’umanità dalla realtà dell’esperienza sensibile. Non c’è un “surrealismo di massa” caratterizzato da automatismi di vita e di stati di minore lucidità. C’è tanta lucida consapevolezza, ma anche umanità, bellezza. Volti, scorci di paesaggio, indumenti, incroci di sguardi, di aspettative, fantasie: quel che conta nella vita, quel che resta o vorremmo restasse quando ci guardiamo indietro, è la capacità di amare fino in fondo, e solo la scrittura, forse, può salvare questo sentire, fissandola nel flusso impercettibile e implacabile dei giorni.

Voto: 5 / 5


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