“Diverse le attribuzioni e paternità della sua straordinaria invenzione, già risalente alla metà del XVIII secolo. Varie le fogge, i materiali, così i suoi meccanismi sempre più sofisticati, precisi e veloci. Un’idea sorprendente che ha trasversalmente accompagnato il tempo e le volontà di “stesura” dei più grandi scrittori del passato e di molti contemporanei. L’inconfondibile suono dei tasti premuti con impegno nelle notti insonni cariche di ispirazione. Un “carrello” da dover manovrare riportandolo ai blocchi di partenza, pronto per un’altra corsa sulla riga delle parole e dei concetti a formarsi piano piano sotto lo stupore di occhi attenti, consapevoli.
Come per ogni idea di buon Cavaliere del passato, la spada rappresentò un segno di ardimento e virtù, così la macchina per scrivere (o da scrivere) resterà sempre, per uno scrittore, il simbolo, la memoria trascorsa e chiassosa dei suoi pensieri e del loro valore in attesa di essere condiviso.”
© Roberto Anzaldi