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Prima di scrivere questa recensione, ho cercato alcune informazioni sull’autore e su quanto fosse “vicina” la sua appartenenza alle problematiche della patologia qui narrata. Leggo che, in passato, collaborò con un’associazione (Mencap) che si occupa – tuttora – di assistere ragazzi e adulti affetti da disturbi comportamentali. Ecco, quindi, lo spunto da cui è stato tratto questo romanzo.
E’ inevitabile, comunque, il riflettere sulla bipolarità dell’invalidante “architettura” di questa malattia neuropsichiatrica. Sorprende il contrasto con la straordinaria, lucida capacità di calcolo, di multi-osservazione su ciò che circonda la vita di chi ne è affetto. Il libro, nonostante l’interessante punto d’osservazione e la grave materia primaria della storia, a tratti risulta noioso, forse un po’ troppo lento. Restano certamente interessanti tutti gli aspetti di costrizione e relazione, così come il conoscere quegli equilibri – spesso precari – che s’instaurano tra le parti in causa, scompaginandone le vite e le loro poche certezze
© Aprile 2014 – Roberto Anzaldi