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Un inizio che mi aveva piacevolmente sorpreso. Felice narrazione, scorrevole, anche nella sua situazione “aeroportuale” delle prime pagine, che invitava a voltarle con curiosità. Peccato che, quelle pagine misurate, sarebbero finite così presto.
Una serie di racconti; molti abbastanza noiosi, a mio modestissimo avviso, senza nessun pathos – pur se scritti bene – né particolare interesse. Molti “pescati”, probabilmente, dal suo ruolo di magistrato. L’ultimo racconto… meglio degli altri in mezzo, ma non sufficiente a farmi apprezzare, per intero, questo libro.
© Aprile 2014 – Roberto Anzaldi