Le braci – Sándor Márai

Le braciForse la storia di quell’amicizia fu soltanto un pretesto narrativo.

E’ probabile che, dietro la narrazione minuziosa di una lunga amicizia, sviscerata in ogni suo più recondito aspetto e di un lunghissimo amore tradito e silenzioso, ci sia ben altro. Scritto in piena opera cinica e distruttiva della seconda guerra mondiale, l’autore, a mio umilissimo parere, nascose dentro una grande metafora di vita e dei suoi aspetti legati ai sentimenti degli uomini, tutta la sua avversità verso quell’immondo conflitto e alle sue ripugnanti figure a servizio di una follia senza ritorno. La natura umana sotto accusa, ancora una volta. I soliti esseri imperfetti: tanto capaci di creare meraviglie assolute, quanto della più cieca indifferenza verso l’altissimo contributo di vite spezzate e del loro sangue sparso sulla nuda terra contesa.
Peccato per quella parte di scrittura a tratti appesantita e reiterante, quasi ossesiva nel riproporre certi concetti e passaggi.
I viaggi dentro la natura umana, così come dentro se stessi, sono sempre i più difficili da percorrere.
Si tolse la vita con un colpo di pistola, come altri grandi. Forse, anche in questo ci fu una sorta di rifiuto. L’estrema ribellione consapevole.

© Luglio 2014 – Roberto Anzaldi

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