Un elogio all’ipocrisia, all’insoddisfazione e meschinità degli esseri umani.
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Vivere o meglio: sopravvivere, a ogni costo! Di cosa necessità veramente al genere umano per sentirsi davvero parte di qualcosa. Perché il gene dell’insoddisfazione, al di là del fatto di appartenere a un ceto sociale privilegiato (ed è ancora peggio) – o disagiato, non riesce a essere gratificato da nulla. Non bastano gli affetti, le aspirazioni, il denaro, le “amicizie” né il successo; qualsiasi esso sia, e neppure quella precaria fede a farci comprendere il significato della parola gratitudine. Prevarichiamo il mondo intero, in preda al potere dell’ipocrisia e della menzogna reiterata in ogni nostro passo o relazione. Ecco, anche qui, sotto la semplice forma narrativa di una storia credibile, colma di aspirazioni e insoddisfazioni, l’autore ci racconta alcuni aspetti del disagio umano e dei suoi sentimenti disattesi, attraverso il tradimento – in senso generale – ancora una volta.
© Luglio 2014 – Roberto Anzaldi