Altre invenzioni e luci stanno per travolgerci; ancora una volta! Frasi illuminate, foto rassicuranti colme di fulgido amore, auguri di serenità, bontà d’animo traboccanti. Tutti miti, propensi al bene, agli acquisti natalizi. Umanità in cerca di stoccare doni, morali a poco prezzo. Questo trasferire ancor di più il vuoto che anima i nostri giorni dentro pensieri verosimilmente positivi, stride nella mia testa più di sferraglianti binari immaginari. Non c’è più vera passione nell’accostare l’animo ai valori di una possibile sacralità. Il mistero ha terminato i suoi giorni destinati al rivolgere sguardi dentro se stessi, cercando lì l’argine del nostro disincanto. Cominceremo affannosamente a percorrere strade, luoghi, luminarie, spinti da una forza oscura come in preda a un desiderio morboso, senza possibilità d’essere appagato. Non è questa la via, non in quelle tratte ipocrite così stupidamente ambite. Nessuna lezione “vitae” da queste mie parole venga trascinato, ma umilmente semplici smussi, spunti di riflessione. Fermarsi in un luogo amico a occhi chiusi, leggere ciò che tentiamo di soffocare troppo spesso, oramai, sarebbe già mostrarsi. Lasciare emergere le emozioni e qualche pensiero che teniamo celato al riparo dalle voci comuni. Farsi avvolgere rallentando il passo, tenendo per mano il coraggio di vivere anche per quella piccola voce caparbiamente pura dentro di noi. Dimentichiamo scioccamente d’essere individui complessi e straordinari, non gelidi androidi. Quindi, che ogni bailamme accecante, infecondo stravolga pure questi giorni di festa, senza che tutto ciò possa intaccare la nostra presunzione, né il predominio su ogni altra forma di vita accanto. L’epifania arriverà comunque, portandosi via l’euforia del consumo materiale, lasciandoci, forse, la stessa voragine esistenziale disattesa, ancora una volta!”
© Roberto Anzaldi