“Youth” la giovinezza – Film –

locandina YouthA differenza del film “ La grande bellezza” (visto due volte) e alla sua decadente storia, che non mi aveva convinto appieno, nonostante le indiscutibili e bellissime immagini, così come il loro particolare montaggio, questo film sentimento di Sorrentino: “Youth”, mi ha intimamente coinvolto. Emozionato fin dal suo fragile inizio, per il turbinio di pensieri, sensazioni provate, per la calma e i lunghi silenzi di quel luogo a rappresentare quasi una metafora della vita. Rigido e accogliente allo stesso modo, come solo le molteplici stagioni di una complessa esistenza possono concepire. Il valore dell’amicizia, di ogni dissimile forma d’amore è rappresentato in quei segmenti che, attraversandosi tra loro, si offrono allo spettatore per essere raccolti e contemporaneamente vissuti. La sensazione è di essere stato afferrato per mano in una sorta di viaggio onirico, legato alla cifra dei ricordi, dei rimpianti e intime espiazioni per tutta quella vita trascorsa e trascesa dai vari personaggi. Alla straordinaria, liquida forma della narrazione, che ne circoscrive gli spazi rappresentati, proprio per non disperderne i confini, si aggiunge il tumulto dei conflitti esistenziali, del saper riconoscere le proprie fantasie e volontà, spesso scansate, nascoste al mondo per timore o per mera intenzione stabilita. La lucida e cinica arroganza del giudizio, l’incompleta verità dei figli che conoscono solo una parte, quella che non sottostà al peso delle esperienze altrui, sputata dalla bocca arida e spaventata, trasferita dalle complicanze del loro, autonomo cammino. La giostra dei sentimenti, intanto, incalza e fa di “conto” nei pensieri di tutti determinandone la strada… le scelte, anche quelle estreme. Si spengono le luci dello schermo mentre io rimango con l’anima smarrita, gonfia di vita e tenerezza per ciò che può possedere l’ascolto consapevole del ricordo e del miraggio, per quanta arte e bellezza il genere umano sappia concepire, donare, trattenere o soltanto tacere. Vivere è di per sé un duro “mestiere” d’accomodare. Dopo ogni passaggio di quella brezza a scompaginare gli intenti, le certezze e mitigando qualche lacrima improvvisa, cambiano ancora il tratto, il colore e le intense sfumature del nostro cammino.

 © Roberto Anzaldi

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