Una risposta…

salone libroGentilissima Elisa,

mi permetto di scriverti, perché intuisco che in noi abitino molti degli stessi smarrimenti, al di là d’ogni altra appartenenza. Quella sensazione di percepirsi come “ombra”, rispetto alla luce di ciò che vorremmo essere, poter infondere negli altri. Soprattutto se a mozzarci il fiato è quel senso di pienezza, che sappiamo appartenerci, sempre al di là di una mera legittimazione editoriale, delle nostre parole narrate. Quel desiderio di condivisione, di poter penetrare l’animo altrui è una meravigliosa condizione, un traguardo “vitae”. La cultura, l ‘arte in generale, da quel senso di “valore” assoluto che così difficilmente riscontriamo in altri versanti, anche più esposti e quotidiani, della nostra vita.
Quest’anno non ho potuto visitare il Salone del libro, un po’ per semplici questioni lavorative, ma soprattutto per la ragione di quella “mancanza” – qui, da te, molto ben espressa – che avrei sentito già nel varcare i cancelli di quel mondo esclusivo, senza poterne davvero essere parte riconosciuta.
Di quelle emozioni, di quegli intenti, invece, ne ho ricolmo ogni tendine del mio corpo. Anch’io mi sento uno di quei “figli di nessuno”, di chi non ha voce, né importanti possibilità di essere incontrato… scoperto per il suo possibile valore.
Ciò nonostante, la mia strada apparterrà per sempre alle continua somma delle parole, ai tumulti del cuore e la loro volontà di essere rappresentati, trasferiti, con assoluto rispetto, in possibili astrazioni scrittorie. Forse, di soddisfazioni minori sarà il mio possibile “saldo” futuro, ma nulla potrà mai sbaragliare gli intenti di un dono né le mie necessarie frequentazioni di questa straordinaria materia: la fine arte dei pensieri scritti.

Buone cose…
Roberto Anzaldi

 © Roberto Anzaldi

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