“Tra segreti ed elucubrazioni…”
Le capacità scrittorie di Javier Marías sono talmente manifeste, quasi da non doverle neppure riferire. Ho sempre pensato, comunque, al di là del contesto più o meno storico, di condizione personale nonché sociale dell’autore, che per una certa tipologia di scrittura – quasi per tutte, oserei dire – conti anche l’avere un minimo di misura, soprattutto se quel fiume di parole diventa una lunga dissertazione elucubrante, trascendere dalle volontà di narrazione. Molti concetti espressi sono condivisibili e vanno ben oltre il sentire comune del genere umano. Alcuni passaggi sono fini emozioni da sottolineatura e arricchiscono. Detto questo, però, la storia, per me, non decolla mai. Dispersiva, quasi marginale – forse funzionale – al desiderio di Marías d’imporre il proprio universo interiore. Così lo è per alcuni dei suoi personaggi ben descritti ma prevaricanti. Un libro non di facile lettura, forse, un po’ troppo “allungato”, a modestissimo parer mio, dal suo brodo primordiale.
© Roberto Anzaldi
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