Magari non sarà proprio – come recita la quarta di copertina – uno dei libri più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni, ma è certamente geniale per la forma, quasi profetica, di voler rappresentare un futuro che ancora non era che soltanto un frutto di qualche audace, primordiale astrazione. Un “Pleistocene” molto, molto vicino a noi.
Magari non sarà proprio – come recita la quarta di copertina – uno dei libri più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni, ma è certamente geniale per la forma, quasi profetica, di voler rappresentare un futuro che ancora non era che soltanto un frutto di qualche audace, primordiale astrazione. Un “Pleistocene” molto, molto vicino a noi.
© settembre 2014 – Roberto Anzaldi