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La fine – ma solo nelle armi e documenti – della seconda guerra mondiale portò anni di disperazione e di stenti in tutta l’Europa. Anche a quel popolo “ariano” sconfitto, sordo, nazista e presuntuoso trionfatore che non fu. Finito nella polvere delle sue città distrutte e degli inumani miraggi di conquista. A loro non rimase nulla cui aggrapparsi, neppure la dignità del dolore. Come stupide formiche, ognuono ebbe la sua parte di dura colpa da masticare. Fu così anche per quella parte di sentimenti che attraversarono il destino di tutti. Vinti e vincitori, almeno in questo, si somiglieranno eternamente.
Una storia di abbandoni – prima da se stessi – e di lunghe arrese, precede il coraggio di una mossa. Un salvifico intento…
Finalmente leggo un bel libro di uno “Scrittore”. Un uomo/autore che seppe opporsi, in qualche modo, a quella follia disumana.
© Settembre 2014 – Roberto Anzaldi