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Non conoscevo l’autore; piacevole sopresa, tra l’altro!
Dietro la narrazione di una storia quasi fantastica e surreale, c’è il bisogno dell’essere umano di credere che tutto possa essere plasmato, dominato dall’intelligenza della specie. Il desiderio che nulla sia lasciato, solamente, nelle mani di una ipotesi o di qualcosa di più elevato. Quello che si è generato – dai cristalli sognanti, appunto – è che anche ciò che sia vagamente umano, anche se replicato in simil-forma, si possa avvicinare, nella caparbia ricerca di somiglianza, alla forma primaria.
Metafora della vita e dei sogni inesplorati, delle sconosciute e infinite capacità mentali non ancora espresse e condizionate o, soltanto, visione fantastica di altri mondi che, a diverso titolo, abbiano potuto, possano o potranno, anche a nostra insaputa, interagire con la nostra umanità.
© agosto 2012 – Roberto Anzaldi