Mia madre – Film –

mia_madre-moretti-buyConoscevo già l’arguzia, il garbo, la delicatezza delle narrazioni di Nanni Moretti. Il tempo adulto è qualche suo personale intralcio di vita ne hanno acuito la profondità, libera di esprimersi senza più subordinazioni dai fremiti alienanti della gioventù. La saggezza, così il valore dei sentimenti, si amplifica con l’innalzarsi della quota d’esistenza vissuta. Diventa esponenziale all’ascolto prestato a ciò che abbiamo attraversato, imparato, cercato di capire, allo sforzo profuso per elevare la materia umana che ci è spettata in dote. Certe perdite lontane e anche più recenti – con simili impedimenti – mi hanno avvicinato al senso del bene profondo così articolarmente rappresentato in questa dolcissima pellicola. L’impotenza silenziosa che si avverte nell’anima, la complicità, lo stesso amore smisurato per i miei genitori e anche per mia sorella; entrambi scomparsi, sono state un inarrestabile moltiplicatore del mio coinvolgimento al film. Ognuno vive il dolore dentro se stesso, nonostante la condivisione dei propri cari. I diversi ruoli della vita, anche i più appaganti, si mostrano inezie di fronte all’energia dei sentimenti di genesi. La straordinaria forza del nostro ricordo e di quello altrui è ciò che in vita ci sostiene, ci ripaga dai profondi tagli di ogni amarezza ricevuta, così da quel senso di privazione ineluttabile al tatto verso chi non potrà più essere accanto a noi.
Un mio aforisma scritto molto tempo fa, recita così: “Dietro lo sguardo degli altri c’è un mondo… noi lo sfioriamo appena.” Ecco, dietro i volti e la vita di molti personaggi del film, come nella realtà, c’è molto più di ciò che è rappresentato e che mai potremo intuire.
Recitato benissimo, forse leggermente lento… un po’ statico, ma per gli argomenti trattati con così evidente rispetto, non penso avrebbe potuto prescindere da un eterogèneo, morbido moto.

© Roberto Anzaldi

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