Ho letto e preferito altro di Patrick McGrath. Ciò nonostante, sono arrivato alla fine di questo libro, pur se con qualche fatica e perplessità. Nella sua lettura, se non costante, è facile perdersi nella narrazione, per via dei ripetuti salti tra presente, ricordi di vita anteriore agli intralci della mente e diversi flash di condizioni mentali sempre prossime al baratro.
Raccontare disagi psichici non è per nulla semplice. Le alienazioni possono essere infinite, mutevoli. Possibile è la loro parziale regressione, come lo è, altrettanto, la possibilità del loro ripresentarsi sotto diversa forma e in maniera violenta.
Il lavoro del padre di McGrath, come psichiatra nel manicomio criminale di Broadmoor, in Colorado, penso sia stato d’aiuto e ispiratore – e non soltanto in questo libro – nell’indirizzare molta della sua mira scrittoria, sempre pronta a percorrere le invalidanti inquietudini della mente umana.
© Roberto Anzaldi